Una Visione Futura della Globalizzazione Positivistica


GlobalizzazioneInteressarsi a tutto ciò che ci circonda” sono parole dette dalla straordinaria donna Rita Levi Montalcini. Da questo tema parte un filone, fatto per rivoluzionare il concetto di globalizzazione. La nuova visione d’ interesse è data dal fatto di rendere importanti la gente, gli animali, le infinite forme di natura. Sono questi i concetti fondamentali, che negli ultimi decenni hanno perso quella loro elementare essenza, a causa di veicoli comunicativi sbagliati. Parte da questo interesse, il presupposto che ci riporta alla salvaguardia della memoria, della scoperta del valore della vita, di ciascun popolo, nel destare le coscienze alla libertà e a quanto bisogna fare per seminare e poter, un domani, raccogliere. Ricordandoci di contemplare tutte le arti, tutte le musiche e tutte le meraviglie stesse della natura che sono parte di quella bellezza globale che un giorno salverà il mondo.

Oggi, questo mondo è pregiudicato dal concetto di globalizzazione. Essa agisce in vari modi sull’evoluzione del sapere e sulla sua trasmissione, soprattutto attraverso l’istruzione e la formazione legati al concetto di educazione. Proprio questo nuovo concetto di educazione vede l’ignoranza come un problema risolvibile; vede il pianeta governato dalla conoscenza e dalla tecnologia, dove questa conoscenza sta crescendo e così anche la bontà e il successo umano. La grande globalizzazione che ci ha interessati negli ultimi decenni, viene intesa in termini evolutivi come educazione planetaria, dove le comunità locali e gli individui, nella nuova società-rete, devono trovare risposte adeguate, autonome ed originali, alle nuove sollecitazioni globali. Quindi assolutamente una visione futura positivistica.

In un mondo diviso tra globalizzatori e globalizzati, il rapporto Delors individua un ordine in cui la formazione deve ancorarsi a 4 pilastri:

  1. Imparare a conoscere
  2. Imparare a fare
  3. Imparare a convivere
  4. Imparare ad essere.

Quindi tutto si riconduce nel concetto che, per ritrovare nelle proprie radici un sapere valido, bisogna rafforzare o riscoprire la propria identità.

La soluzione dei problemi, quali essi siano, parte dall’approccio si tecnico, ma ovviamente affiancato alla crescita delle persone, dei loro atteggiamenti e dei loro comportamenti e sulla visione che si ha di sé e degli altri. La soluzione sta nell’informazione e comunicazione. Sta nel sapere educare le generazioni future ad utilizzare al meglio gli strumenti a loro disposizione. Sta nel puntare sull’elemento umano e relazionale che dà la possibilità di mettersi in gioco e in rete per progredire verso un futuro sostenibile, sul piano anticonsumistico, ecologico , economico, sociale, culturale e politico. La soluzione, quindi, è interagire in maniera non subalterna con i processi della globalizzazione.

Sviluppo Sostenibile

Negli ultimi mesi, l’attenzione di dirigenti di vario livello si sta focalizzando soprattutto all’ ispirazioni di modelli analitici passati, si ridiscute sul grandioso rapporto “I Limiti dello Sviluppo” commissionato al MIT dal Club di Roma, come esempio di una visione analitica che ricostruisce per filo e per segno la nostra attualità, dando anche dei grandissimi spunti di risoluzione che si basano soprattutto sul fatto che le generazioni di questo millennio devo essere educate a capire e guardare la globalizzazione sotto ottiche e punti di vista differenti. Ottiche mirate alla sopravvivenza del genere umano che deve sfruttare le sue risorse rinnovabili e “non” in maniera intelligente, ridiscutendo su quali sono le vere priorità quotidiane e basandosi su quelle piccole azioni buoniste nel rispetto dell’ambiente e degli altri individui.

Autrice: Elena Giardina

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