Campionati europei volo libero in parapendio a Montalegre dal 16 al 28 luglio 2018


La squadra nazionale di volo libero in parapendio è prossima alla partenza per la 15.a edizione dei Campionati Europei della disciplina che si terranno a Montalegre, in Portogallo, dal 16 al 28 luglio.

Difficile il compito degli azzurri a partire dal riscatto dopo la pallida prova ai campionati del mondo dello scorso anno, quando la squadra non ha sfruttato il fattore campo, visto che si sono disputati nei cieli nostrani di Feltre. Subito dopo quello di battere i mostri francesi che da anni regnano incontrastati nei cieli. I piloti transalpini negli ultimi cinque campionati del mondo hanno vinto altrettante medaglie d’oro individuali maschili, due femminili e tre a squadra. Durante gli scorsi europei, dove l’Italia ha vinto una medaglia d’argento nell’individuale grazie a Joachim Oberhauser e quella di bronzo a squadre, i cugini d’oltralpe hanno riempito il sacco con tutte le medaglie d’oro e l’argento femminile.

Questi i convocati dal CT Alberto Castagna di Cologno Monzese: Silvia Buzzi Ferraris, milanese e fresca di titolo italiano, Christian Biasi di Rovereto (Trento), Joachim Oberhauser di Termeno (Bolzano), Federico Nevastro (Padova), l’emiliano Michele Boschi, Marco Littamè (Torino), Alberto Vitale (Bologna) e, dalle pendici dell’Etna, Marco Busetta.

La cittadina di Montalegre è situata nel nord del Portogallo, nel distretto di Vila Real. Tutto intorno alte montagne, valli aperte e vaste pianure, sito di volo collaudato che ha già ospitato altri eventi internazionali. Dal decollo di Serra do Larouco a 1525 metri d’altitudine i piloti dirameranno lungo percorsi contrassegnati da punti salienti del territorio e, con condizioni del tempo favorevoli, voleranno anche per 100 km prima di raggiungere l’atterraggio.

Il titolo è assegnato in base ai risultati conseguiti da ciascun pilota nel corso di dieci voli, uno al giorno, meteo permettendo. Oltre 30 le nazioni europee partecipanti per un massimo di 150 piloti, numero dettato da ragioni organizzative e di sicurezza.

Autore:
Gustavo Vitali
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Al via per 458 chilometri a piedi o in parapendio Ironfly Salewa 2018


Manca poco alla partenza della Ironfly Salewa 2018. Avverrà il 12 maggio da Lecco e terminerà il 19 a Suello nell’atterraggio del Parapendio Club Scurbatt organizzatore della manifestazione.

Sarà un’avventura di speed hiking, escursionismo veloce collegato al volo in parapendio, sulle orme della celebre X-Alps, maratona biennale che lo scorso anno sì è dipanata lungo l’arco alpino per oltre 1000 km. A Lecco ci si è accontentati di 458 in linea d’aria, molti di più nella sostanza.

Il percorso è contrassegnato da cinque turn point, detti anche boe, disseminati tra Lombardia e Piemonte che i piloti-atleti dovranno obbligatoriamente toccare prima di raggiungere il traguardo. Possibili sconfinamenti nei cieli e lungo sentieri elvetici. Il live tracking sorveglierà tramite GPS e permetterà di seguire la corsa in diretta.

Prima boa sul Monte Cornizzolo a 1040 metri d’altezza a sette chilometri dallo start di Lecco. D’obbligo la salita a piedi perché per decollare con un parapendio serve un leggero declivio montano e quello del Cornizzolo è ultra famoso tra gli appassionati. Da lì, meteo permettendo, i piloti tenteranno di volare per 124 km fino a Macugnaga sotto il Monte Rosa (4634 m) secondo punto di aggiramento. Chi non riuscirà dovrà vedersela con sentieri, strade e stradine oltre che con le proprie scarpe, cercando possibilmente un nuovo punto di decollo perché volare è più veloce che camminare. D’altra parte le regole dell’hike & fly sono poche e chiare. La principale recita che non sono ammessi altri mezzi di trasporto al di fuori del parapendio o delle gambe. Nel secondo caso in spalla la sacca contenente vela, selletta e tutta l’attrezzatura per il volo che non può essere portata altrimenti.

Dal Monte Rosa nuovo volo di 202 km verso Bormio (1217 m), poi altri 64 verso il Passo della Presolana (1289 m) e infine l’arrivo a Suello. Direzione di gara assicurata dal casertano Leone Antonio Pascale, un esperto di volo e escursionismo. Previsioni meteo a cura di Costantino Molteni di Airuno (Lecco).

Da sei nazioni i 27 iscritti: sedici italiani, quattro svizzeri, un belga e due a testa per Germania, Austria e Polonia, nazione che presenta anche l’unica quota rosa, Dominika Casieczko. Il più noto lo svizzero Christian Maurer che ha vinto la X-Alps cinque volte consecutive. Tra gli azzurri i trentini Aaron Durogati, due volte vincitore della coppa del mondo di parapendio, e Nicola Donini, classe 1996. Non sono ammessi piloti senza elevata esperienza di volo in parapendio e di montagna. Tutti avranno al seguito almeno un assistente, preziosissimo, con il compito di seguire l’atleta, suggerire il miglior percorso, provvedere alle sue esigenze. Il pilota può volare o camminare dalle 7 alle 20, salvo un solo giorno quando potrà continuare fino a mezzanotte, ma solo a piedi perché il volo libero è proibito senza la luce del sole.

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L’Europa in deltaplano vola nei cieli del Friuli


Presto i cieli del Friuli saranno presi d’assalto dagli appassionati di volo in deltaplano provenienti da tutta Europa.

Si tratta di un appuntamento internazionale, lo Spring Meeting 2018 – Trofeo Friuli Venezia Giulia, valido anche come campionato italiano di questo entusiasmante sport.

Aero Club Lega Piloti e da Flyve, si svolgerà tra Meduno e Travesio (Pordenone) dal 25 aprile al 1 maggio. Si attendono circa 100 piloti e tra questi il campione del mondo in carica, il ceco Petr Benes, i pluricampioni iridati Christian Ciech, trentino trapiantato a Varese, e il bolzanino Alex Ploner che difenderà anche il titolo tricolore conquistato nel 2017. L’Italia vanta ben nove titoli mondiali dei quali cinque consecutivi.

La manifestazione non si esaurisce con la gara, ma gli organizzatori hanno voluto caratterizzarla come una festa del volo libero con numerosi eventi collaterali turistici, didattici, culturali oltre che una esposizione.

Decollo principale dal monte Valinis presso Meduno, eventualmente sostituito dai decolli sloveni di Lijak e Ajdovscina, da quello sul Cuarnan sopra Gemona o del Passo Pura vicino a Ampezzo (Udine) se le condizioni meteo, alle quali è strettamente legato il volo in deltaplano e parapendio, detto volo libero perché non usa motore, lo riterranno necessario.

Da questi punti i piloti spiccheranno il volo per completare percorsi che in condizioni di tempo ottimali possono superare i 100 km e contrassegnati da punti salienti del territorio da aggirare obbligatoriamente. Questi tragitti si snoderanno lungo la Pedemontana e non solo fino all’atterraggio ufficiale presso il centro operativo posto a Travesio. Qui sarà allestita un’area Expo con una grande zona coperta dove alloggeranno una ventina di espositori.

Lo Spring Meeting 2018 è pure una prova generale di quanto avverrà il prossimo anno quando questa area di volo ospiterà l’evento mondiale per eccellenza, il XXII Campionato del Mondo di deltaplano

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Nuovo successo del volo libero italiano dal sud America


Un nuovo successo del volo libero italiano arriva dal sud America dove si è conclusa la 25.a edizione della PWC (Paragliding World Cup), la coppa del mondo di parapendio.

Il pilota Nicola Donini si è classificato secondo alla finale mondiale disputata a Roldanillo in Colombia e vinta dallo svizzero Michael Siegel. Il successo italiano è consolidato dal terzo posto di Joachim Oberhauser di Termeno (Bolzano).

Eccellenti le prestazioni di Donini, ventiduenne di Molveno (Trento), durante i nove voli effettuati sui dieci previsti, uno per giorno: ne ha vinti tre, piazzandosi secondo in altri due. Migliori traguardi di Oberhauser un secondo e un terzo posto. In campo femminile indiscusso successo della francese Laurie Genovese, in assoluto la più forte delle 14 quote rosa in volo sulle alture colombiane.

All’ultima prova si è arrivati dopo le tappe in Francia, Serbia, Svizzera, Brasile e Ecuador disputate nel corso del 2017. Roldanillo è il principale sito di volo libero, cioè senza motore, in parapendio e deltaplano in Colombia. Situata sul lato ovest della Valle del Cauca, ai piedi della Cordillera Occidentale, la città si trova ad un’altitudine di 966 metri. Dal decollo di Aguapanelas i piloti hanno spiccato il volo per percorrere distanze tra i 62 e quasi 100 chilometri, secondo le condizioni meteo delle nove giornate di gara, sfruttando le correnti ascensionali scaturite dall’irraggiamento solare e l’efficienza delle ali.

Alla finale mondiale hanno partecipato 120 piloti provenienti da 25 nazioni. Migliore e anche la più numerosa la compagine francese con ben 27 volatori, seguita dall’Italia, ma con meno della metà dei piloti. Oltre a Donini e Oberhauser, questi gli altri azzurri: Christian Biasi, Alberto Vitale, Franz Erlacher, Gianbasilio Profiti, Michele Boschi, Federico Nevastro, Luca Donini, i campioni italiani in carica Marco Busetta, e Silvia Buzzi Ferraris, Aaron Durogati e Nicole Fedele, che negli anni scorsi hanno vinto rispettivamente due e una volta la coppa del mondo.

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Nuovo titolo mondiale deltaplano per la nazionale italiana


La nazionale italiana di deltaplano vince il suo nono titolo mondiale e quinto consecutivo.

Accrescono l’impresa degli azzurri la medaglia d’argento di Alessandro Ploner di San Cassiano (Bolzano) ed il bronzo di Christian Ciech, nato in Trentino e varesino d’adozione, nell’individuale.

Il nuovo campione del mondo è Petr Benes, pilota della Repubblica Ceca che raccoglie il testimone dal nostro Alessandro Ploner e solo nel corso dell’ultima giornata. Infatti, Ploner ha quasi ininterrottamente tenuto la testa della graduatoria nei nove giorni di gara e il divario tra i due nella classifica finale è assolutamente esiguo. Quarto un altro pilota della Repubblica Ceca, Dan Vyhnalik e quinto Filippo Oppici, pilota di Parma. Ottime le prestazioni del ciociaro ed esordiente Marco Laurenzi e del resto del team azzurro, Davide Guiducci di Villa Minozzo (Reggio Emilia) e il padovano Valentino Bau che hanno contribuito al successo collettivo. Dirigeva la nazionale Flavio Tebaldi di Venegono Inferiore (Varese).

La supremazia degli azzurri come squadra non è mai stata in discussione. Ha iniziato e chiuso in testa davanti alle nazionali della Repubblica Ceca, Germania, USA, Australia, Brasile, e Giappone. 26 i paesi presenti per un totale di 131 piloti.

Le classifiche sono stilate in base ai risultati di ogni volo con assegnazione di un punteggio a ciascun pilota secondo l’ordine di arrivo al traguardo. La somma dei punteggi di tutti i voli determina la graduatoria individuale e quella di tutti i voli dei piloti di ogni nazionale quella a squadre.

Teatro dell’impresa, avvenuta nel corso de 21° Campionato del Mondo volato sotto l’egida della FAI (Fédération Aéronautique Internationale), la Valle di Paraná in Brasile. Dalle sue pendici a circa 1000 metri di quota, nelle vicinanze di Formosa, comune dello Stato del Goiàs a 92 km dalla capitale federale, per nove giorni sono decollati i volatori alla volta dell’atterraggio nella Esplanada dos Ministérios a Brasilia. La valle gode di un clima secco e vento costante, ma talvolta i piloti hanno incontrato anche condizioni difficili.

I percorsi assegnati dalla direzione di gara misuravano tra i 100 ed i 135 chilometri e contrassegnati da boe aeree in corrispondenza di punti salienti del territorio che i piloti dovevano obbligatoriamente aggirare prima di raggiungere la meta. Il tempo impiegato mediamente dai migliori è stato tra poco meno delle due ore e le tre ore e mezza, secondo le condizioni meteo della giornata. Alle stesse si sono subordinate le velocità medie, aggirate tra i 35 ed i 53 km/h, ma questi mezzi sono idonei a raggiungere velocità massime oltre i 100 km/h. Il tutto sfruttando un motore che non consuma e non emette nulla, vale a dire quello dell’irraggiamento solare del territorio e le correnti ascensionali che esso provoca.

Autore: Gustavo Vitali
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