Alla ricerca dello spirito natalizio


“We Wish You a Merry Christmas” è uno dei motivi più intonati e ascoltati durante le festività natalizie. Se c’è chi gioisce al suono di queste note, vi è anche chi storce il naso e rimanda al mittente gioie ed entusiasmi tipici del periodo.

Del resto lo spirito natalizio, inteso come quell’emozione di allegria e benessere diffuso, che molte persone vivono sotto le feste e che ispirò Charles Dickens nel suo commovente “Canto di Natale”, sarebbe qualcosa di innato, o questo è almeno quanto emerge da uno studio effettuato dagli scienziati danesi dell’università di Copenaghen e pubblicato sul British Medical Journal. La ricerca guidata dal neurologo Anders Haugaard, avvalendosi della partecipazione di una ventina di volontari divisi in due gruppi (persone abituate o meno a festeggiare il Natale) e della risonanza magnetica funzionale, è giunta ad un risultato importante: lo spirito del Natale, esisterebbe davvero, sarebbe presente in ogni persona e si troverebbe nello specifico nel cervello.

Se molti amano la magia del Natale, le lucine scintillanti e le vetrine addobbate a festa, per molti altri invece, l’allegria imposta che guida il periodo festivo può trasformarsi in qualcosa di soffocante. Molte volte potrebbe scaturire nella cd “Christmas Blues” (depressione da Natale) e ancor di più nella “holiday blues” (depressione da feste). Il National Institute of Health conferma difatti, con le sue ricerche, che le festività natalizie rappresentano un periodo dell’anno ad alto rischio di depressione e sono tanti i tentativi di suicidio segnalati nel mese di dicembre.

Il Natale è un periodo in cui le relazioni familiari e sociali vengono enfatizzate, sorrisi e brindisi sono la parola d’ordine di questi giorni, gioie ed entusiasmo sono il comune denominatore di questa ricorrenza, purtroppo però, molte persone non hanno la fortuna di avere vicino i loro cari o non hanno serenità nel proprio contesto familiare. C’è chi soffre la solitudine, la lontananza, l’abbandono, il senso di sconfitta e fallimento etc. Oltre alla gioia, le feste generano anche molta stanchezza e tristezza emotiva e spirituale.

Lo psicoterapeuta Giovanni Porta, esperto nell’utilizzo di tecniche artistiche nella relazione di aiuto, accorre in nostro aiuto e ci offre validissimi consigli per vivere e fronteggiare le festività nei migliori dei modi. Porta ci invita a concentrarci sull’affetto delle persone che ci stanno accanto: sull’amore, sul calore, sulla sicurezza dei legami più importanti della nostra vita, ci esorta ad andare oltre, soffermandoci sulle presenze e non sulle mancanze, riempiendo la nostra vita di beni immateriali, declinando obblighi e costrizioni. Ci invita inoltre, ad essere predisposti alla positività, impegnandoci in un’attività stimolante e divertente, senza cadere nella noia e nell’apatia. Porta ci fa aprire gli occhi, ci ricorda che troppo spesso abbiamo già tutto ciò di cui abbiamo veramente bisogno: un letto per dormire, del cibo per nutrirci, una casa dove tornare, ma troppo spesso lo diamo per scontato o ce lo scordiamo.

Studi passati difatti, confermerebbero che la sensazione di benessere che proviamo dipenderebbe dalla combinazione tra il nostro mondo interiore e da quello esteriore. La gioia e la serenità dipenderebbero dal modo in cui decidiamo di vivere e da quello che decidiamo accogliere e/o lasciare andare. Occorre perciò essere emotivamente intelligenti, accogliere il bello che ci viene offerto, focalizzarci sulle possibilità, creare legami solidi e duraturi, trovare un senso nelle cose, avere degli obiettivi di benessere.

Abbandonando infatti, ogni forma di egoismo ed avarizia, avidità e ricchezze superflue, possiamo ravvederci proprio come Ebenezer Scrooge, abbracciare lo spirito natalizio ed essere tutti un po’ di più Bob Cratchit.

Il video dell'articolo è tratto dal canale YouTube Christmas Songs and Carols - Love to Sing

 

Il Piccolo Principe: una storia di amore e libertà


Piccolo_Principe_MondoliberoIl “Piccolo Principe” è una straordinaria storia di amore e rispetto. Pubblicato nel 1943 da Antoine De Saint–Exupèry, “Le Petit Prince”, tradotto in più di 270 lingue, è un capolavoro della letteratura per bambini adatto anche ai grandi. È un libro utile per mettere in comunicazione il fanciullo con l’adulto che diventerà ma anche per risvegliare nell’adulto il proprio bambino interiore.

La fiaba è narrata da un aviatore che precipitando con il suo aereo nel deserto del Sahara, incontra un bambino che gli chiede di disegnargli una pecora. È così che avviene l’incontro tra il pilota ed il Piccolo Principe e da quel momento, è proprio il principino dai capelli color del grano ad iniziare a raccontare la sua storia. Narra di essere l’unico abitante dell’asteroide B612 dove si prende amorevolmente cura di tre vulcani e di una rosa vanitosa. Il Principe racconta la decisione di allontanarsi dal suo pianeta, approfittando di una migrazione di uccelli selvatici, per trovare degli amici.

Durante il suo viaggio incontra svariati adulti strani quanto ordinari: un re solitario che detta ordini pur essendo l’unico abitante del suo pianeta, un presuntuoso, un vanitoso che chiede solo di essere contemplato, un ubriacone che cerca bevendo, di dimenticare di essere un alcolizzato, un lampionaio che agisce per il bene degli altri e non solo per se stesso, un geografo rintanato nel suo studio, un uomo d’affari che crede di possedere le stelle. Ognuno di loro ha perduto negli anni l’ingenuità, la semplicità e la purezza tipica dell’infanzia, dimenticando i veri valori della vita. Magico è l’incontro nel deserto con la dolce Volpe. Quest’ultima parla a lungo dell’amicizia e spiega al principino non solo che “le amicizie possono essere tante ma sempre uniche” ma anche di come sia bello seppur doloroso creare dei legami “lasciandosi addomesticare”. Il Piccolo Principe capisce così il forte rapporto che lo unisce alla sua rosa e parlandone successivamente col pilota, di cui nel frattempo è diventato amico, gli confida il bisogno di rivederla. Da qui, la ricerca del pozzo d’acqua e del serpente (che gli spiega come “alle volte ciò che sembra un male possa servire a fare del bene”) da cui si lascia mordere per poter ritornare al suo pianeta dalla sua rosa.

Il Piccolo Principe è un libro che resta nel cuore perché ci insegna a vivere nel bene e nell’amore, nella semplicità e dolcezza. Riscopre ed esalta i valori dell’amicizia, della solidarietà e della saggezza. Spiega l’importanza di amarsi e rispettarsi nonostante le diversità, nonché, la virtù della pazienza, da utilizzare in ogni relazione con il prossimo. Esorta grandi e piccini ad amare il pianeta poiché spiega: “Ognuno è responsabile della sorte degli altri”. Pagina dopo pagina, il lettore si affeziona al Piccolo Principe riscoprendo in lui, quell’amico speciale che lo aiuterà a ritrovare con semplicità e un pizzico di fantasia la fanciullezza smarrita e che gli permetterà di guardare le cose con occhi puri e autentici, per comprendere finalmente che “l’essenziale è invisibile agli occhi “.

“Vieni via con me”, celebre brano di Paolo Conte


Celebre brano questo “Vieni via con me” di Paolo Conte, canzone recentemente tornata con frequenza in TV anche grazie all’omonima interessante trasmissione.

Indubbiamente bella, con un lodevole ritmo.

“Via, via, vieni via di qui,
niente più ti lega a questi luoghi,
neanche questi fiori azzurri…
Via, via, neache questo tempo grigio
pieno di musiche e di uomini che ti son piaciuti…

It’s wonderful, it’s wonderful, it’s wonderful…”

Buona vita

The notebook (Le pagine della nostra vita) – Una storia di un amore


Un diario-storia, letto da un uomo ad una donna, di un amore travolgente tra due giovani, Allie e Noah. La donna non ricorda molto di se, e ascolta questa storia di due giovani che si conoscono durante una festa.

La contrarietà dei genitori di lei portano la ragazza lontano; lui le scriverà lettere ogni giorno che però la madre non consegnerà alla ragazza, pur conservandole.

Noah si arruola, la ragazza convinta che Noah non la pensi più si innamora di Loan; Noah, tornato dalla guerra si lega con Marta, vedova di guerra, pur pensando sempre ad Allie, e decide di ristrutturare la casa che una sera li aveva ospitati, rifiutandosi di venderla.  La cosa diventa di dominio pubblico, al punto che Allie ne vede una foto in un quotidiano.

Reincontrandolo Allie scopre che le lettere sono state sempre scritte, e la madre le dirà che non le aveva consegnate ma conservate perchè non lo riteneva un ragazzo adatto a lei, parlandole di una sua scelta del passato. A questo punto Allie dovrà fare una scelta.

In questo racconto (nel quale scopriremo che chi racconta è semplicemente Noah e chi ascolta è Allie) emergeranno sia quella scelta… sia un destino della malattia di Allie che la porta, di tanto  in tanto, a ricordare.

Un film da vedere questo “Le pagine della nostra vita (nome originale: The notebook), con una musica che trovo stupenda nella sigla (Our Love Can Do Miracles di Aaron Zigman) e con un uomo in grado di attendere una vita che la donna che ama si ricordi di lui, rimanendo per questo sempre al suo fianco.

Buona vita.

Frasi d’amore, Pensieri Dolci e Nostalgia 2° Parte


Come scrisse P. Coelho: “I sentimenti devono essere sempre in libertà. Non si deve giudicare un amore futuro in base alla sofferenza passata”.

Frasi D’amoreQuanto t’ avrei voluta…
Quanto t’ avrei voluto salutare
e non t’ ho mai salutata.
Quanto t’ avrei voluto dire
e non t’ ho mai detto.
Quanto t’ avrei voluto spiegare
e non t’ ho mai spiegato.
Quanto t’ avrei voluto dedicare
e non t’ ho mai dedicato.
Quanto t’ avrei voluta vicino a me
e non t’ ho mai avuta vicino.
Quanto t’ avrei voluta vedere tra la gente
e non t’ ho mai vista.
Quanto t’ avrei voluta rallegrare
e non t’ ho mai rallegrata.
Quanto t’ avrei voluta amare
e non t’ ho mai amata.
Quanto t’ avrei voluto piangere
e………………………
………………………………….
….lo faccio ora mentre penso…Quanto t’ avrei voluta!

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